LETTERATURA SOCIALE - Stefano Tassinari e "Nuova Rivista Letteraria"

I miei 4 numeri di "Nuova Rivista Letteraria - semestrale di letteratura sociale" diretto da Stefano Tassinari e edito da Alegre

Vidi e ascoltai Stefano Tassinari per la prima volta il pomeriggio in cui intervistai Wu Ming 1. A Bologna c'era "Fiom in festa" e Tassinari presentava "Nuova Rivista Letteraria" proprio insieme a Wu Ming 1, arrivato sul palco con un pizzico di ritardo perché trattenuto pochi metri più in alto dalla mia sfilza di domande. Prima di quel giorno conoscevo Tassinari solo di nome e ignoravo completamente l'esistenza della rivista. In quell'occasione Wu Ming 1 parlò di Grillo e del criptofascismo insito nel suo movimento, anticipando alcuni spunti del pezzo che apre l'ultimo numero di questo densissimo *semestrale di letterura sociale*, uscito il 4 novembre 2011. Quel pezzo si chiama Il senso della non appartenenza e altro non è che la versione cartacea di quello che, un paio di mesi dopo, sarebbe diventato il post più commentato della storia di Giap: Appunti diseguali sulla frase «Né destra, né sinistra».

Ad oggi sono usciti 4 numeri di "Nuova Rivista Letteraria" preceduti però da altri 2  - a me ignoti - editi da Editori Riuniti, che non ha concesso la possibilità di mantenere l'uso della vecchia testata col passaggio a Alegre, dovuto a numerosi scazzi spiegati dallo stesso Tassinari nell'editoriale n. 1 (ovvero il n.3)

❝State tranquilli: non siamo impazziti e non abbiamo deciso di fare il gioco dell'Oca, anche se ci hanno costretto a tornare alla casella di partenza dove al posto di "Letteraria" c'è scritto "Nuova Rivista Letteraria" e al post di "anno 2, numero 3" c'è scritto "anno 1 numero 1". [...] E' successo che si è prima incrinato e poi rotto del tutto il rapporto con "Editori Riuniti" e in particolare con quel gruppo che, meno di due anni fa, rilevò un marchio storico della nostra editoria, per decenni legato al vecchio Partito Comunista Italiano. Quando quel gruppo ci propose di pubblicare la nostra rivista stilammo un accordo molto chiaro: noi avremmo lavorato tutti gratuitamente ma in cambio l'editore avrebbe dovuto pagare i costi di stampa, di grafica, d'impaginazione e di distribuzione. Il fatto è che, a un anno esatto dalla partenza di questa avventura, i tipografi, i grafici e gli impaginatori non hanno ricevuto un euro, mentre il secondo numero della rivista, stampato l'8 novembre 2009, è arrivato nelle librerie il 15 febbraio 2010 e gli abbonati ai primi di gennaio dello stesso anno, con un grave danno di immagine e non solo. Nel momento in cui, poi, abbiamo saputo che i nostri amici grafici, tipografi e impaginatori non erano i soli - tra i collaboratori e i fornitori di "Editori Riuniti" - a non percepire le proprie spettanze, ci siamo riuniti in assemblea, decidendo - all'unanimità - di proseguire la nostra esperienza con un altro editore- nello specifico "Edizioni Alegre" - del quale stimiamo le proposte e l'evidente impegno civile ❞.
 Le linee guida del progetto, il pubblico a cui è rivolto e il significato attributo a quel "letteratura sociale" che funge da sottotitolo/epiteto della rivista, sono spiegate nel primissimo editoriale del direttore, consultabile su Carmilla.
❝Letteraria, rivista semestrale di letteratura sociale, termine al quale intendiamo fornire l’accezione più ampia, capace di contenere elementi quali Storia e memoria, conflitto e lavoro, attualità e cambiamenti di costume, e così via. [...] Come risulta evidente dalla scelta dei temi, non abbiamo alcuna intenzione di dare un taglio “accademico” alla rivista, puntando, invece, a rivolgerci al pubblico (relativamente vasto) dei cosiddetti “lettori forti”, nonché a quelle persone magari più interessate al dibattito politico interno a una sinistra frantumata (e tuttora incapace di esprimere un vero progetto di trasformazione sociale e di superamento – da sinistra, appunto – della crisi economica), ma non per questo insensibili agli stimoli che possono arrivare da chi ha scelto la letteratura come principale mondo espressivo, da vivere anche in modo militante, come si diceva un tempo. Una proposta, la nostra, che andrà meglio definita “in divenire”, sperando di raccogliere, nel corso dei prossimi mesi e anni, anche i contributi dei nostri – spero tanti – lettori ❞.
Gli articoli sono divisi per argomenti/rubriche e la prima sezione riguarda il tema specifico del numero stesso. Il primo numero (da qui in avanti considererò solo i numeri editi da Alegre sotto la dicitura "Nuova Rivista Letteraria") si occupa di *lavoro culturale*, con riferimento al testo omonimo di Luciano Bianciardi e alla sua figura, ma anche declinando il significato di quella espressione all'oggi, come fa Wu Ming 2 in L'archivio e la strada - Il lavoro culturale attaverso la rete. Una riflessione articolta in nove tendenze, divenuto poi anche un post su Giap.
La parte monografica del secondo numero si chiama *Sinistra, politica e cultura*, e mira a sottolineare un duplice limite ascrivibile alla Sinistra: continuare a ritenere la cultura terreno secondario d'intervento politico e il non accettare il concetto di autonomia della cultura nei confronti delle linee politiche. Spazio al recupero del pensiero di Gramsci (Stefano Colangelo in Tra civiltà ed opera d'arte - Ripartire da Gramsci e della sua visione delle letteratura e Piero Greco in Per una filosofia della prassi - Antonio Gramsci e la fisica dei quanti), Foucault (Wu Ming 1 in In ultima istanza - Foucault in Iran. Rivoulzione, entropia uguaglianza) e Trotsky (Stefano Tassinari in Rivoluzione ed arte quotidiana - L'importanza della cultura nella teoria e nella pratica politica di Lev Trotsky), dirigenti/eo intellettuali del Novecento che alla questione culturale hanno dato il giusto peso. «Riproporne oggi le riflessioni specifiche non significa - come qualcuno potrebbe pensare - fare un'operazione nostalgica, bensì proporre una rilettura segnata da una forte dose si attualizzazione, dato che nelle teorie di questi intellettuali sono ancora presenti molti elementi necessari a rifondare un pensiero critico e di sinistra» spiega Tassinari. I numeri 3 e 4 si occupano di populismo: *Populismo, letteratura e dintorni* la monografia numero 3, *altri populismi*, la monografia numero 4, dove si affronta pricipalmente l'argomento dal punto di vista del linguaggio.

Dopo le parte monografica, spazio a varie sezioni: *dal mondo*, *ricordi*, *ripescaggi*, *riflessioni*, *approfondimenti*, *letteratura e scienza*, *contrasti*, *confronti*, *altre storie*, *memorie*, alcune presenti in tutti i numeri, altre sono in alcuni. Finora non ha trovato seguito la rubrica *vite parallele* inagurata da Wu Ming 1 nel numero 3 con I termini di un paragone - Analogie e coincidenze nelle opere di Pasolini e Foucault, divenuto anch'esso un post di Giap in un montaggio diverso e più lungo. 

Tra le scelte stilistiche che mi hanno colpito c'è quella, azzeccata, inerente le foto che arricchiscono visivamente ogni numero e che accompagnano gli articoli. Esse seguono un filo logico e lineare indipendente dai singoli pezzi, tanto che finiscono per creare accostamenti casuali spesso stranianti (e stimolanti) per il lettore.



 





La prima festa nazionale della rivista si è tenuta, con mia somma sorpresa, a pochi kilometri da casa mia, nella piccolissima Caldarola. Andai di domenica, e c'era un altro Wu Ming di mezzo, il numero 2, che in quell'occasione presentò Anatra all'Arancia Meccanica.



Lì ebbi modo di vedere e sentire Stefano Tassinari una seconda volta. Leggeva poesia alternandosi coi suoi compagni di Letteraria. Mentre li ascoltava infreddolito, era seduto vicino a noi.



Francesco Spè

1 commento:

  1. Esce oggi in numero 6, interamente dedicato al Tas http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=10080

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